Sloveno della Val Canale

Lo sloveno è una delle lingue minoritarie ufficialmente riconosciute dall’Italia attraverso la legge statale n.482/1999. La regione più settentrionale in Italia in cui si parla sloveno è la Val Canale (sloveno: Kanalska dolina), che è quadrilingue: lo sloveno fa parte di repertori individuali insieme al tedesco, all’italiano e al friulano. La popolazione slovena autoctona è oggi una piccola minoranza, simile a quella dei tedeschi del Val Canale. Solo circa 300 persone utilizzano ancora dialetti sloveni (Hasenauer et al. 2020, p. 37), principalmente nei villaggi di Ugovizza (Ukve) nel comune di Malborghetto-Valbruna (Naborjet-Ovčjavas) e Camporosso (Žabnice) nel comune di Tarvisio (Trbiž). Pertanto, solo questi due comuni sono ufficialmente considerati slovenofoni (Decreto del Presidente della Repubblica, 12 settembre 2007). I parlanti hanno più di 70 anni. Nelle altre località la lingua è in gran parte abbandonata, ma rimane una
“etnicità simbolica” in cui le tradizioni e le usanze locali vengono in qualche misura preservate (cfr. Hasenauer et al. 2020, p. 31).

Le varianti locali della Val Canale, dal punto di vista della dialettologia slovena, appartengono ai dialetti carinziani (koroško narečje, cfr. SLA, pp. 11-14), più precisamente ai dialetti della valle del Gail a ovest e ai dialetti carniolani a est. Durante l’era del comunismo in Jugoslavia, i residenti della Val Canale non si identificavano con la Slovenia, ma svilupparono un’ “etnicità diffusa” (Hasenauer et al. 2020, p. 37), che forse si esprime al meglio nella loro auto-designazione po našem, che significa approssimativamente ‘a modo nostro’ e assomiglia molto alle auto-designazioni in altre isole linguistiche, come ad esempio as be biar ‘così come noi’ dei cimbri.

Riferimento bibliografico

Per approfondire